Il Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung presenta una mostra dedicata all’artista ungherese László Moholy Nagy (1895–1946). Pittore, scultore, fotografo e regista, Nagy è stato uno sperimentatore poliedrico infaticabile. Luce, proiezioni, cinetica, suono, tecnologie della comunicazione e quant’altro nella sia sfera creativa si sono trasformati in materia malleabile. Il curatore, Oliver Botar, predispone le opere così da creare un percorso che ponga in primo piano la visionarietà di questo artista per traghettarci verso la comprensione dell’impatto tecnologico sulla società contemporanea. Nagy aveva anticipato i tempi nel capire che la tecnologia stava producendo una dimensione completamente nuova che poteva essere manipolata e applicata anche alla creatività. Il progetto porta in primo piano il suo ruolo di insegnante alla Bauhaus negli anni ’20, e a Chicago dal 1937 al 1946 e quindi l’importanza dello scambio con le nuove generazioni. Con una posizione consapevole di fronte al mezzo all’epoca affatto scontato, Nagy cerca di controllare la tecnologia considerandola come estensione dei nostri organi, oltre ad anticipare i concetti di immersione, partecipazione e interattività. Soprattutto, Nagy introduce una metodologia che predilige l’esercizio di tutti i sensi perché questi possano spingersi ai limiti attraversando le tanto complesse quanto immediate reazioni sinestetiche. E’ da qui che parte l’idea di sperimentare approcci e materiali diversi e intraprendere un percorso decisamente multidisciplinare e multimediale.
La combinazione di visionarietà e predisposizione all’attività pedagogica ha fatto sì che Nagy abbia proiettato le sue idee e le sue metodologie sperimentali sulle futuri generazioni creative che in mostra trovano espressione nei lavori di artisti noti internazionalmente. In questo contesto, e tra una serie di altri artisti in mostra, Olafur Eliasson introduce una nuova tecnologia «sun tracker». Eduardo Kac presenta, invece, la sua opera di olfactory art, Aromapoetry, un intero poema di fruire con il naso. Neusüss and Renate Heyne partecipa con i fotogrammi realizzati utilizzando Light Prop for an Electric Stage di Moholy-Nagy. Maddin and Development Ltd propone una rielaborazione del film-script di Moholy-Nagy «Once a Chick, Always a Chick». Lancelot Coar e Patrick Harrop interpretano il proposal di Moholy-Nagy’s del 1925, anticipazione dell’ «expanded cinema». Jörg Lensing e Theater der Klänge rielaborano la scenografia teatrale multi-sensoriale «Mecchanical Eccentric». «Sensing the Future» è quindi una mostra che riprende il passato, quello di un grande visionario senza tempo, per proiettarsi verso il futuro.
Moholy Nagy, Media and The Arts, Bauhaus-Archiv / Museum für Gestaltung, Berlino, fino al 2 febbraio
Immagini (cover) Renate-Heyne-und-Floris-Neusüss_Farbiges-Fotogramm-unter-Verwendung-des-Lichtrequisits-von László Moholy Nagy, 2014, Renate-Heyne-Floris-Neusuess-VG-Bild-Kunst (1) Lucia Moholy, Porträt, László Moholy Nagy, 1926, Bauhaus-Archiv_VG-Bild-Kunst (2) László Moholy Nagy, Cop-I, 1936, Bauhaus-Archiv_VG-Bild-Kunst (3) László Moholy Nagy, Buehnenbildentwurf, 1928, Bauhaus-Archiv, photo by Markus Hawlik, VG-Bild-Kunst.