Con The Glomar Response la galleria d’arte NOME di Berlino presenta la prima mostra personale di James Bridle in Germania. Immigrazione, politica, sorveglianza, l’intrecciarsi della tecnologia contemporanea con le più antiche forme di imperialismo, rappresentano i temi principali della mostra. Il «Glomar Response» venne formulato nel 1975 dal Governo Statunitense in riferimento alla prerogativa del potere di «non confermare né negare» l’esistenza di informazioni.
All’ombra di questa affermazione c’è tutta l’incertezza della vita contemporanea: la continua mancanza di trasparenza dei processi politici e sociali sostenuta dai codici informatici e dalla secret law, contrastata dalla crescente abilità dei singoli e degli attivisti nell’utilizzare le stesse tecnologie in rete per indagare e agire con azioni ancora più potenti. La mostra analizza il limite di questa visione accresciuta, usando la legge, la ricerca e i codici per introdursi in spazi chiusi e classificati, mentre riconosce e prova a visualizzare i limiti del suo stesso potenziale.
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Con The Glomar Response, NOME presenta una serie di lavori basati su codici informatici, giornalismo investigativo e informazioni classificate:
Seamless Transitions, commissionata da The Photographers’ Gallery di Londra, è un simulacro di tre strutture, non fotografabili, presenti sul suolo britannico, luoghi di giudizio, detenzione, e deportazione degli immigrati: il Tribunale Speciale per i Ricorsi in Materia di Immigrazione, per la presentazione di prove segrete; l’Harmondsworth Detention Center, un carcere privato situato fuori Londra; e l’Inflite Jet Center, un terminal privato all’interno dell’Aeroporto di Stansted. Ricostruito attraverso i vari documenti di progettazione e racconti di testimoni, il film ricorre alla visualizzazione architettonica per raffigurare lo spazio fisico e il complesso quadro legale e sociale da cui scaturisce.
The Fraunhofer Lines sono una nuova serie di visualizzazioni provenienti da una molteplicità di fonti, tra cui il il rapporto sulle tecniche di interrogatorio adottate dalla CIA e diffuso dal Senate Intelligence Committee, e i dossier dell’Information Commission (l’autorità garante per la protezione dei dati del Regno Unito) riguardante i sistemi di controllo automatizzato della polizia. Questi documenti, diffusi a seguito delle petizioni per la Libertà di Espressione, sono stati analizzati con un software personalizzato di computer vision con l’obiettivo di rivelare le discrepanze nella redazione dei diversi documenti. Essi sono stati nominati e modellati sulla base delle zone scure nello spettro solare, scoperte nel 1814 dal fisico tedesco Joseph von Fraunhofer, che rivelarono non solo l’assenza di certe frequenze di luce sulla superficie della terra ma indicarono anche nuovi metodi di analisi e comprensione.
Waterboarded Documents presenta una serie di documenti di ricerca riguardanti la gestione di siti web e domini collegati ai Territori Britannici dell’Oceano Indiano, un arcipelago i cui abitanti furono trasferiti in massa negli Anni ’70, e successivamente utilizzato come base militare americana durante l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, nonché come «sito nero» della CIA e punto di transito per le operazioni di rendition. Riproducendo gli effetti dei danni provocati dall’acqua, come sostenuto dal Governo Britannico per evitare la diffusione di informazioni riguardanti il programma di rendition, i documenti illustrano la complicità tra le reti tecnologiche contemporanee e le forme più antiche di inveterato potere imperiale.
James Bridle è un artista, scrittore e teorico di base a Londra. Con un interesse investigativo di vecchia data per le moderne infrastrutture di rete, la trasparenza dei governi e la sorveglianza tecnologica, la sua pratica artistica si posiziona in un punto d’intersezione tra arte, scienza e attivismo politico. Le opere di Bridle sono state esposte nelle maggiori istituzioni culturali internazionali, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra; il National Art Center di Tokyo; il ZKM, Karlsruhee il Barbican di Londra. L’artista inglese ha inoltre ricevuto una Menzione Speciale al Prix Ars Electronica 2013 ed un Riconoscimento di Eccellenza durante il Japan Media Arts Festival 2014. Il suo nuovo progetto di ricerca dal titolo New Aestheticha animato il dibattito e il lavoro creativo tra molte discipline e continua ad ispirare risposte critiche e artistiche.
«The Glomar Response, James Bridle», NOME project, Berlino, 24.07 – 5.09.2015
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immagini (cover 1, 5) Chagos (Waterboarded Documents 002), 2015. James Bridle. Mixed Media, 119cm x 72 cm x 110cm Photo by Bresadola+Freese/drama-berlin.de (2 – 3 ) Seamless Transitions, James Bridle, 2015 Animation by Picture Plane. Digital video, 5:28, 1920 x 1708. Commissioned by The Photographers’ Gallery, London Seamless Transitions was supported by Nome, Berlin, and public funding by the National Lottery through Arts Council England. (4) Fraunhofer Lines 002 (TfL Emails January – March, 2013), 2015. James Bridle. Inkjet print, 120cm/80cm. Photo by Bresadola+Freese/drama-berlin.de