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Home exhibitions

“Ti con Zero” al Palazzo delle Esposizioni

I trenta lavori di artisti internazionali in mostra riflettono e entrano fattivamente in questioni legate a profilazione, automatizzazione, frontiere della genetica medica, riscaldamento globale, riconversione ecologica, modelli previsionali e spillover

Elena Giulia Rossi by Elena Giulia Rossi
18/02/2022
in exhibitions, Focus
“Ti con Zero” al Palazzo delle Esposizioni

“Ti con Zero”, titolo della mostra in corso a Palazzo delle Esposizioni a Roma, è è una notazione matematica con cui si indica il momento iniziale di osservazione di un fenomeno, un istante di arresto fissato nel tempo e nello spazio che si apre a infinite possibilità.

La mostra, scandita in tre momenti di osservazione e organizzata in sette spazi, e i trenta lavori coinvolti si collocano in questo momento di sospensione, comun denominatore tra arte e scienza dove ragione e immaginazione lavorano al loro massimo di produttività.

Profilazione, automatizzazione, frontiere della genetica medica, riscaldamento globale, riconversione ecologica, modelli previsionali e spillover sono i temi che gli artisti hanno affrontano in un confronto costante con la scienza.

Al di à del risultato, delle risposte così come delle eventuali domande che ogni lavoro solleva, soffermiamoci sul metodo, sull’approccio creativo e di ragionamento che qui occupano lo stesso spazio tempo e che si propagano tanto dai lavori singoli quanto dalla loro orchestrazione in dialogo gli uni con gli altri.

Le curatrici Paola Bonani, Francesca Rachele Oppedisano, Laura Perrone, hanno costruito il percorso in modo tale da proporre due diverse modalità di approccio dello sguardo: “il primo si fonda sulla pratica della conoscenza razionale della realtà che ci circonda, mediata dal linguaggio e dalla tecnica; il secondo riguarda la conoscenza sensibile dei fenomeni”.

Tutto ha inizio con la macro area Sistemi di segni, Sintesi e Comunicazione molecolare che occupa le prime tre sale. I processi di codificazione linguistica, di pratica da laboratorio e di ricerca sperimentale sugli elementi, rinviano in maniera esplicita ai modi di procedere della matematica, della biologia e della chimica. In sistemi di segni i lavori di Troika, Alighiero Boetti, Agnes Denes e Ryoij Ikeda si relazionano con il segno linguaggio utile all’artista tanto quanto allo scienziato per orientarsi nel mondo.

Si prosegue con Sintesi dove le opere di Revital Cohen e Tuur Van Balen e Dora Budor conducono dentro la sperimentazione di laboratorio dove si ragiona sul concetto di vita, sulle possibilità di creazione di vita artificiale e di controllo attraverso la genetica medica e la biologia sintetica, e di sopravvivenza alla morte.

In Comunicazione Molecolare le immagini del lavoro storico di Gustav Metzger prendono forma da uno strato di cristalli liquidi termosensibili posizionato tra vetrini, i paesaggi di Hicham Berrada da processi di reazione chimica tra metalli, e quelli di Jenna Sutela in un composto batterico all’interno di un labirinto. Tega Brain mette in comunicazione piante e intelligenza artificiale. Il tutto si proietta in una riflessione sulla comunicazione tra specie, organica e inorganica, processi di osmosi e di scambio che arrivano a veri e propri salti di specie.

La mostra prosegue con Palude, Eclissi e Origine Seconda dove ‘esplorazione di alcune realtà spazio-temporali comporta il coinvolgimento del corpo, e quindi simultaneamente di ragione e sensibilità emotiva.

Nella Palude Adelita Husni-Bey, Ruru e Sissel Tolaas, ci avviciniamo al necessario spaesamento, sentimento guida di questa sezione e si riferisce a quella opacità che anche filosofi e artisti della contemporaneità come Timothy Morton o James Bridle hanno identificato come passaggio obbligato da attraversare per cercare possibili adattamenti.

Lo sguardo esploratore dello spazio-tempo, finisce inevitabilmente oltre la Terra. Il lavoro di Roman Ondak nella sezione Eclissi ci avvicina a questa realtà facendoci letteralmente poggiare i piedi su Marte. Più che nell’ottica della conquista dello spazio l’invito è quello di spostare il nostro punto di vista, di conquistare punti di osservazione da dove osservare la nostra natura con distanza, dove riflettere sul suo miglior proseguimento.

In Origine Seconda si apre tutta una serie di infinite possibilità che si formano in quel momento Ti con Zero che nel film De-Exctintion di Pierre Huyghe prendono forma nel racconto immersivo per immagini e suoni dove la distanza tra tempo astronomico e geologico lungi e il tempo storico-antropologico finito è bloccato dentro una goccia d’ambra; nelle opere di Rachel Rose (Borns, 2019) si incarnano in relazioni alchemiche, extratemporali, simpoietiche, e intramateriche, in cui la stratificazione millenaria delle rocce è combinata con la fragilità del vetro. Mosse restituisce la memoria cosmologica dalla visualizzazione microscopica delle composizione delle sostanze.

Caosmosi, sezione collocata nel punto di fuga dominante della grande sala circolare del piano terra di Palazzo delle Esposizioni, ospita opere che si configurano nel punto di convergenza tra i due sguardi e “restituiscono un’esperienza concreta di un’esplorazione possibile del reale in cui convergono astrazioni teoriche e percezioni sensibili”. Al centro della sala Carsten Nicolai restituisce visibilità della campo elettromagnetico che ci circonda attraverso l’udito. In questo nuovo sguardo di confine il lavoro storico di Channa Horwitz include l’errore, un aspetto la cui importanza è emersa solo di recente, mentre nel suo Quantum Void IV, Anthony Gormely mette in questione, già nel 2008, la centralità antropica.

La mostra, le opere e il dialogo tra loro e il tutto delineano quindi nuove geografie di sguardi, quelli necessari per poter andare oltre. L’allestimento, che scandisce gli spazi con un sistema di pannelli costituito da telai in legno rivestititi in tela neutra, realizzato dallo studio FormaFantasma è parte integrante della mostra, disegna e scandisce lo spazio come un campo aperto ad infinite possibili restituzioni della realtà.

Ti con Zero, a cura di Paola Bonani, Francesca Rachele Oppedisano, Laura Perrone
Palazzo delle Esposizioni, Roma, 11.10.2021 – 27.02.2022
Ti con Zero è parte di “Tre stazioni per Arte-Scienza”,  progetto declinato attraverso tre mostre che rappresentano tre diversi punti di vista: quello storico (La scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città), quello artistico (Ti con zero), e quello della ricerca scientifica contemporanea (Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro).

immagini (cover – 1) Gustav Metzger, Liquid Crystal Environment, 1966-2017, courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino in comodato da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.Foto dell’installazione nella mostra Ti con zero, Tre stazioni per Arte-Scienza, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 12 ottobre 2021 – 27 febbraio 2022.  (2 – 8) Veduta delle installazioni nella mostra Ti con zero, Tre stazioni per Arte-Scienza, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 12 ottobre 2021 – 27 febbraio 2022. photo M3S © 2021 Azienda Speciale Palaexpo photo M3S © 2021 Azienda Speciale Palaexpo

 

 

Tags: "T Zero"arsarshakeartartificial intelligencebiologyexhibitiongenerativeinstallationlaboratorylifemostraPalazzo delle EsposizioniRomesciencesperimentationsperimentazione
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