Per la sua 29ma edizione, Transmediale si rinnova con un inedito format performativo e partecipativo. Intitolato Conversation Piece, l’evento crea uno spazio di intenso ed approfondito scambio, mormorio e transizione, all’insegna di un dialogo avviato prima dell’evento e destinato a proseguire anche dopo la sua conclusione. Più che un festival monotematico con esposizioni statiche e programmi strutturati, transmediale è una manifestazione dove arte e ricerca prendono vita sul momento, nell’ambito di discussioni, conferenze, workshop, installazioni temporanee e vari formati ibridi sperimentali.
Conversation Piece deve il suo titolo da un genere pittorico emerso nel XVIII secolo, che rappresentava scene idealizzate raffiguranti gruppi di persone che interagivano durante la vita quotidiana. Il termine si è poi evoluto fino a designare qualsiasi elemento idoneo ad avviare una conversazione – uno stimolo che incoraggia lo scambio di idee. Similmente, transmediale 2016 si pone l’obiettivo di fornire le condizioni ideali per una riflessione incentrata sugli aspetti «idealizzati» della vita contemporanea, dominata dal capitalismo digitale. Quali attività e comportamenti sono divenuti imprescindibili per la produzione e la partecipazione culturale dei giorni nostri? E in che modo affrontiamo gli stati ansiogeni che si sono materializzati contestualmente a queste costrizioni?
Partendo da questi spunti di riflessione, l’evento si svolgerà seguendo una serie di flussi tematici tra loro interconnessi: ansia di agire, ansia di fare, ansia di condividere e ansia di proteggere. In questo contesto, «ansia» non significa solo «paura» o «nervosismo», ma sta anche ad indicare la profonda, irresistibile necessità di agire innescata da tale disagio. Un’inclinazione che può portare ad una rapida escalation, ma anche ad una totale stagnazione.
Più che tentare di risolvere o superare l’ansia accelerando o rallentando l’azione, Conversation Piece si colloca in una posizione precaria, situata tra azione e inazione, e più precisamente nello spazio della conversazione fine a sé stessa. Così facendo, l’evento crea un’occasione ideale per ispirarsi alle tematiche delle precedenti edizioni e riflettere sul potenziale futuro del format del festival.
Transmediale è un progetto di Kulturprojekte Berlin GmbH in collaborazione con Haus der Kulturen der Welt. Dal 2005 istituzione culturale d’eccellenza del Kulturstiftung des Bundes (l’associazione culturale federale), nel 2017 celebrerà il suo 30mo anniversario.
Tra i partner del Vorspiel 2016 troviamo la galleria NOME, che il 14 gennaio inaugurerà un’esposizione monografica dei lavori dell’artista italiano Quayola. Le sue Iconographies sono parte di un recente progetto che analizza i dipinti del Rinascimento e del Barocco tramite metodologie computazionali. Quayola trasforma scene religiose e mitologiche in complesse forme astratte, creando versioni alternative di antichi capolavori ottenute isolando le opere dalla loro narrativa storica. Per l’esposizione, Quayola presenterà le sue nuovissime incisioni di alluminio anodizzato e le stampe Ditone che re-interpretano i dipinti di maestri come Botticelli, Rubens, e Caravaggio. Analizzate nell’ambito di un contesto comparativo con gli originali ai quali sono ispirate, queste nuove astrazioni offrono nuovi approfondimenti di entrambe le versioni. (dal comunicato stampa inglese)
Transmediale. Conversation Piece, 3 – 7 febbraio, 2016, Berlino.
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