Umidi
Dati
Ancestrali
Tratteggiano
Immaginari
naturali
oceanici
sconfinamenti
Nel 2014 nasce nei pressi del fiume anche l’Ecomuseo Mare Memoria Viva[1] che oggi viene gestito attraverso un innovativo esperimento di partnership pubblico-privata. In questo spazio fatto di comunità e cultura si ospita l’ultima operazione artistica del duo Iaconesi-Persico: U-DATInos[2]. L’opening dell’opera è stata presentata online (via Facebook e via Youtube) nei giorni 28-29-30 Aprile[3]. Nei tre giorni «acquatici» si è ragionato su questo nuovo oggetto datapoietico dedicato ad un pensiero di rigenerazione del fiume e di tutto ciò che ruota intorno ad esso. Il ruolo dei dati e della computazione nella transizione green/digitale a cui guarda l’Europa e la possibile collaborazione «attiva» fra l’arte e la scienza sono alcuni ingredienti della ricetta proposta dal duo artistico Iaconesi-Persico (AOS[4]) e fondatori del nuovo centro di ricerca HER – She Loves Data[5], in collaborazione con l’Ecomuseo Memoria Viva.
Così vicini, così lontani, da Torino a Palermo, passando per Roma, – dove la curatrice del progetto Arianna Forte ha condotto le varie giornate –, U-DATInos ha fatto saltare il coperchio della pentola a pressione generando dati e domandandoci come sta il mondo, come stiamo noi, come stanno gli esseri viventi. Che cosa possiamo fare tutti insieme?
Proprio da questo spazio di immaginazione i tre giorni dedicati ad U-DATInos (e non solo) hanno aperto luoghi di scambi e condivisione e il fiume con i suoi dati, i suoi custodi (per ora sedici) hanno alimentato non solo la piantina, ma anche pensieri, progetti rivolti verso un futuro di rigenerazione, di attivazione e senso di responsabilità.
Sta proprio nell’abilità di essere responsabile che il fiume Oreto diventa il protagonista centrale di questo progetto importante e complesso. L’opera d’arte infoestetica di Iaconesi-Persico ha dato possibilità di riflettere su diversi temi, dove l’arte propulsore di immaginazione, metafora attiva di comunicazione ha reso questo scenario una piattaforma di espressione per gli abitanti e le comunità della città. U-DATInos diventa sia spazio meditativo per ascoltare l’acqua di Palermo, che amplificatore di ulteriori progetti come quelli coraggiosi presentati da parte di Saveria Teston con DARE[6], o di ri-esistenza di Andreco con Flumen – Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma tra Arte e Scienza[7] o la perfomance con il suo bestiario audiovisivo (quasi-onirica) presentata da Robertina Šebjanič[8].
L’installazione che l’Ecomuseo ha deciso di adottare è una stilizzazione di questa pianta in modalità cyberpunk, lucida, quasi a ricordare il tema dell’inquinamento, quel catrame che ricopre ogni cosa. In collaborazione con il FabLab di Palermo[9], Iaconesi-Persico hanno ricreato in un modello tridimensionale della piantina fatta di radici elettroniche e luci colorate che richiamano i colori dell’acqua, ad esempio la luce rossa rappresenta l’acqua inquinata più critica per la biosfera, mentre quella blu, l’acqua potabile. Nei tre giorni di incontri stimolanti, anche se in «modalità aerea» si è avuta la sensazione di aderire ad un nuovo ruolo sociale, ossia quello del custode dell’acqua che con i suoi sensori misura gli elementi chimici dell’acqua e la sua conducibilità elettrica, nonché la sua temperatura. La pianta «tecnologica» installata all’interno dell’Ecomuseo potrà morire se non ci sono altri custodi dell’acqua, ossia noi spettatori attivi, co-responsabili della vita e della morte. U-DATInos. nella sua fragilità esprime anche il suo coraggio, esponendosi alla possibilità di morte, ma nel senso profondo di un messaggio di speranza. Esporsi alla vulnerabilità fa parte di noi, della nostra «memoria viva» e del nostro futuro «vivente». I dati sono importati, essi sono un opinione per poter entrare in contatto con il nostro pianeta. La ricetta proposta da Persico-Iaconesi insieme ai custodi dell’acqua del fiume Oreto innescano appunto questi processi attivando rel-azioni dove la cura è il nuovo antidoto. Custodire vuol dire prendersi cura, elaborando così un Nuovo Rituale, ossia quello di andare al fiume e prendere i dati, monitorare la vita non solo dell’acqua, ma anche la nostra. U-DATInos. nella sua pratica datapo(i)etica genera un pensiero sensibile che coinvolge le persone, attiva comportamenti diversi e pensieri critici, con una sensibilizzazione forte, creando dei processi irreversibili. Il fiume con il suo ruolo ancestrale instaura una nuova cultura ecosistemica in cui immergersi dello stare insieme, perché la vita o la morte della piantina (e non solo) dipende da tutti noi e il suo manifestare fragilità, paura e sofferenza è la connessione mutua che l’arte riesce a produrre generando desideri e relazioni, necessari come l’acqua per esistere, per nutrirci, altrimenti il rischio è quello appunto di spegnerci. L’atto della cura nella sua dimensione ubiqua, naturale e tecnologica fluttua nel fluire della vita, fertilizza ogni suo spazio nella consapevolezza di un coinvolgimento consapevole e attivo. Stare nei processi riattiva persino i concetti, rielaborando il contrasto in cui viviamo. Il progetto U-DATInos realizza attivismo, buona politica, consapevolezza, connessione, innovazione, sperimentazione di nuovi linguaggi, di pratiche e punti di vita. Essere “custodi” non significa preservare nell’isolamento, piuttosto aprire a possibilità di vita.
U-DATI-nos U-DATI-nos U-DATI-nos come coro rimbomba, tifa, sfida, esulta affinché questa grande e impegnativa partita sia la versione migliore di un futuro «acquatico», vivo e profondamente attivo. Un eco rimbomba: U-DATI-nos scritto nell’acqua e sul mio viso scorre il suo moto perpetuo. Lo indosso, lo sento, lo incorporo[10]. Evviva!!!
[1] Il progetto è finanziato da CLAC dalla Fondazione CONILSUD in partnership con il Comune di Palermo – Ass.to alla Cultura con Francesco Giambrone. che coinvolge il Servizio Musei e Spazi Espositivi dell’Ass.to alla Cultura del Comune di Palermo, CLAC e MMV. L’associazione Onlus Mare Memoria Viva, spin-off di CLAC fondata nel 2014 per la gestione dell’ecomuseo e delle attività culturali ed educative a esso connesse, è una comunità d’intenti e di pratiche che si aggrega intorno al museo e alla presa in cura del suo territorio di riferimento, la costa sud-est della città di Palermo. Dream Team: Cristina Alga, Marina Sajeva, Giuliano Fontana, Valentina Mandalari, Paola Bommarito, Adriana Lupo, Roberta Cataldo. https://www.marememoriaviva.it
[2] Il progetto U-DATInos è sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Creative Living Lab II edizione. Capofila del progetto, l’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva. Partner scientifico e tecnologico: HER: She Loves Data. Concept: Salvatore Iaconesi & Oriana Persico. Curatela: Arianna Forte. https://udatinos.eu/
[3] 28 Aprile: Tavola rotonda polifonica. Saluti iniziali: Sindaco Leoluca Orlando e Mario Zito, Ass.re alle Culture Comune di Palermo. Introduce: Paola Bommarito, Ecomuseo Urbano Mare Memoria VivaLe voci: Oriana Persico e Salvatore Iaconesi (artisti); Arianna Forte (curatrice); Nathalie Rallo (Custode dell’Acqua); Beatrice Raffagnino (Forum Contratto di fiume Oreto); Sergio Calabrese (ricercatore – Dipartimento di Scienze della terra e del mare, Unipa; Giuseppe Cuffari (Arpa Sicilia); Paolo Caracausi (Commissione Ambiente Consiglio comunale); Giusto Catania (Ass.re all’Ambiente Comune di Palermo) Conduce: Cristina Alga, Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva. 29 Aprile: Incontro-seminario in due atti. Atto 1- DIALOGHI: Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente del MEET; Cristina Alga, Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva; Salvatore Bucchieri, Comitato Contratto di fiume Oreto; Saveria Teston, progetto UIA- DARE Ravenna; Gianluca Misuraca, ricercatore associato presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e Vice Presidente di Inspiring Futures. Atto 2 – APPUNTI DI VIAGGIO: Emanuele Bompan, direttore rivista Materia Rinnovabile e Simone Arcagni, prof. Università di Palermo. 30 Aprile: L’arte e l’acqua, duettano: Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, artisti fondatori del centro di ricerca HER: She Loves Data / Nuovo Abitare, autori di U-DATInos + ANDRECO, artista, ricercatore in ingegneria ambientale specializzato in sostenibilità. Autore di Flumen. Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma tra Arte e Scienza Contributo video: Robertina Šebjanic artista internazionale che si occupa delle realtà culturali, (bio) politiche, chimiche e biologiche degli ambienti acquatici, autrice di due progetti sui fiumi CO_SONIC 1884 KM² | Conducono: Arianna Forte (curatrice del progetto) e Cristina Alga, Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva Conduce: Cristina Alga, Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva.
[4] https://www.artisopensource.net/
[5] https://www.he-r.it/
[6] Il progetto DARE Digital Environment for collaborative Alliances to Regenerate urban Ecosystems in middle-sized cities vuole facilitare, sostenere e accelerare la progettazione e l’attuazione del processo di rigenerazione urbana della Darsena di Ravenna tramite tre azioni principali: la creazione di un ambiente digitale che permetta di raccogliere, gestire e consultare dati, oltre che creare contenuti. https://www.uia-initiative.eu/en/uia-cities/ravenna.
[7] Flumen si concentra sul Municipio IV di Roma, con un focus sulle aree dell’Aniene, del Tevere e del Parco di Veio. Incontri, esplorazioni, performance, mostre, laboratori coinvolgeranno adulti, bambini e ragazzi in un progetto alla scoperta dell’ecosistema fluviale che caratterizza e rende speciale la loro città, in una esperienza collettiva a contatto con la natura. https://www.climateartproject.com/.
[8] ll progetto audiovisivo Co_sonic 1884 Km2 considera il fiume dalla prospettiva dei suoi animali. Così facendo, Robertina Šebjanič si allontana da una visione antropocentrica del mondo e apre un modo diverso di guardare il mondo naturale. Questo cambiamento di percezione del bacino fluviale di Ljubljanica è reso possibile dalla sostanza stessa dell’acqua, sia come liquido che scorre sia come biotopo per diverse specie di pesci o olmi. Così come l’acqua si muove, anche, olmi, cactus, trote migrano lungo il corso del fiume. Gli olmi, sebbene normalmente confinati nelle grotte carsiche sotterranee, sono talvolta portati in superficie dalle inondazioni. Le inondazioni giocano un ruolo importante nel ciclo dell’acqua, fornendo cibo agli organismi che vivono sottoterra. Dal punto di vista dell’Altro, quindi, si tratta sempre dello stesso corso d’acqua. Attraverso l’uso di suoni e immagini, l’artista slovena, protagonista incisiva durante l’Ars Elctronica, evidenzia come la (co)abitazione di diverse forme di vita in una serie di ambienti fluviali. Co_sonic 1884 Km2 ci presenta un’istantanea del tempo presente, dove i fiumi di tutto il mondo stanno perdendo la loro vitalità a causa dell’attività umana. Il progetto esplora anche il concetto di tempo profondo e offre ai visitatori una comprensione di come l’ambiente si è sviluppato nel corso dei secoli. Šebjanič apre lo sguardo e ci spinge a sviluppare un’empatia verso le forme di vita non umane, cambiando così il nostro atteggiamento verso gli ecosistemi, con l’obiettivo di assicurare la loro sostenibilità nel futuro. Una visione non-antropocentrica nella collaborazione co-creativa mescolando sistemi viventi, sound art, installazioni e ambienti reattivi interattivi.
https://ars.electronica.art/keplersgardens/en/adriatic-garden/; https://robertina.net/co-sonic-1884-km2-so-zvocje-1884-km2/.
[9] https://fablabpalermo.org/
[10] ll filtro snapcam di Udatinos, creato dagli artisti Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, consente di indossare il fiume Oreto.
https://www.snapchat.com/unlock/?type=SNAPCODE&uuid=1dff124c709042edbc799a45bd774f0f&metadata=01