Quando l’Intelligenza Artificiale inizia a plasmare la nostra vita quotidiana? Chi dà forma all’intelligenza artificiale? In che modo siamo influenzati dalle macchine che prendono decisioni di cui potremmo non essere nemmeno consapevoli?
Sono questi i presupposti dell’esposizione artistica curata da Irini Mirena Papadimitriou e Valentino Catricalà nel corso dell’edizione della Maker Faire che si è tenuta a Roma dall’8 al 10 ottobre, 2021. L’incontro tra arte e nuove tecnologie ha dato vita ad uno scenario popolato da schermi luminosi e oggetti semoventi che ben sintetizza le più recenti innovazioni artistiche. Il binomio arte/nuovi media sublimato nella mostra rappresenta l’evoluzione semantica ed estetica che quotidianamente orienta le dinamiche culturali che all’interno dello spazio si traducono nelle forme più diverse.
Entrando nello spazio espositivo troviamo The Other Shapes of Me di Emilio Vavarella, opera composta che traduce la ricerca sull’origine e le attuali applicazioni della tecnologia binaria: dalla tessitura alla programmazione, fino alla completa informatizzazione di un essere umano. Rs548049170_1_69869_TT è l’installazione video che racconta come il codice genetico dell’artista sia stato lentamente trasformato in un tessuto dalla madre che, con grande poesia, genera il figlio una seconda volta.
L’arte digitale esprime un’evoluzione esistenziale oltre che tecnologica. Nella mostra troviamo un AI che in funzione delle volontà umane reinterpreta la realtà restituendola in forma di arte visiva. È il caso di Learning to See di Memo Akten: Si tratta di una rete neuronale artificiale che osserva il mondo e cerca di dare un senso a ciò che vede. Proprio come noi che vediamo le cose non come sono, ma come siamo, anch’essa può vedere solo attraverso ciò che già conosce. L’opera evidenzia come le immagini che vediamo nella nostra mente cosciente non siano immagini speculari del mondo esterno, ma piuttosto una ricostruzione basata sulle nostre aspettative.
Come nella nostra quotidianità anche nella mostra torna spesso il tema dei dati, fattore sempre più determinante che tocca tutti gli ambiti della conoscenza. Jake Elwes, in Zizi – Queering the Dataset affronta la mancata rappresentazione e diversità nei set di dati di formazione utilizzati dai sistemi di riconoscimento facciale. L’artista riformula questi sistemi aggiungendo i volti drag e gender fluid trovati online, ci invita a riflettere sui pregiudizi nella nostra società, esplorando allo stesso tempo ciò che l’intelligenza artificiale può insegnarci sulla trasformazione e ciò che la trasformazione può insegnarci sull’intelligenza artificiale.
La manipolazione dei dati combinata alle AI plasma il mondo, scandisce l’evoluzione e ne consente il controllo totale. Paolo Cirio nell’opera Capture mostra i potenziali usi e abusi del riconoscimento facciale e dell’intelligenza artificiale mettendo in discussione l’asimmetria del potere e il valore della democrazia. La serie di foto Capture è composta dai volti degli agenti di polizia francesi estrapolati tra mille immagini pubbliche. Le foto scattate durante le proteste in Francia sono state elaborate da un software per il riconoscimento facciale e i 4000 volti degli agenti di polizia, identificati per nome, sono caricati su un database online. L’artista ha inoltre stampato gli headshot degli ufficiali come poster di street art che ha affisso in tutta Parigi sconfinando ulteriormente nell’ambito pubblico.
La mostra “You and AI” è frutto della partnership tra Onassis Stegi e il Future Everything ed è un progetto dell’European ARTificial Intelligence Lab, co-finanziato dal Creative Europe Program dell’Unione Europea. La mostra presente alla Maker Faire si pone in continuità con la mostra presentata ad Atene la scorsa estate. I curatori Irini Mirena Papadimitriou, direttrice artistica del FutureEverything e Valentino Catricalà per l’occasione hanno coinvolto oltre ai sopracitati, molti artisti internazionali offrendo uno sguardo trasversale sulle nuove forme dell’arte contemporanea.
Nello spazio esterno, di fronte all’ingresso della mostra, svetta dai monumentali serbatoi, una scalinata verdissima alta cinque metri con 100 diverse specie di peperoncini. È l’installazione di Alessandro Giuggioli (Quinto Sapore) e il manifesto del progetto «Game Over-Future C(o)ulture» di Anita Cala’ (VILLAM) ed Elena Giulia Rossi. Il forte contrasto cromatico e materico tra le piante e il contesto in cui sono iscritte, oltre ad essere di forte impatto visivo, rappresenta al meglio la trans-disciplinarietà del progetto proiettato alla ricerca di artisti ibridi. L’installazione è anche Manifesto della call for ideas 5.0 che inaugura la ricerca di giovani inventori che possano coniugare le più antiche pratiche dell’agricoltura con le tecnologie più avanzate partendo da un progetto di residenza a Città della Pieve in dialogo con l’azienda Quinto Sapore.
L’intelligenza delle piante ha dialogato con l’intelligenza artificiale ma c’è di più.
Negli spazi esterni all’interno di un anfiteatro del Gazometro è stato presentato Out of Service, installazione multimediale ideata e realizzata da Økapi (alias Filippo E. Paolini) e prodotta da Kappabit. L’opera decostruisce suoni e immagini provenienti dalle fonti più disparate e le ricompone in un nuovo universo che aliena e disorienta lo spettatore immettendolo in una dimensione assestante. Suoni nello spazio e immagini fratturate si fondono creando un equilibrio alternativo e ridefinendo così la realtà percepita in funzione di un’esperienza sinestetica.
Possiamo dire, alla fine di questa esperienza, che ancora una volta l’arte non risponde letteralmente ai grandi interrogativi preposti, non offre una lettura didascalica ma piuttosto illustra ipotesi ed alternative futuribili. Le opere in mostra sono microcosmi, biologici e ideologici, che rappresentano solo alcune delle molte versioni delineate per guidarci sia nel presente che nel futuro.
You and AI. Through The Algorithmic Lens, a cura di Irini Mirena Papadimitriou e Valentino Catricalà
MakerArt, Maker Faire Rome – The European Edition 2021, 8 – 10 ottobre 2021
Immagini: (cover 1) Donato Piccolo, «La Gioconda che cammina», 2018 (2) Emilio Vavarella, «The Other Shapes of Me», 2020, exhibition view at Maker Art Faire, photo RP press (3) «You and AI. Through the Algorithmic Lens», Maker Art Faire, Roma 2021, panoramica di mostra, foto: RP press (4) Installazione Alessandro Giuggioli (Quinto Sapore), GAME OVER. Future C(o)ulture, Gazometro, Roma, Maker Faire 2021, foto Ilaria Ambrosini (5-7) Økapi (alias Filippo E. Paolini), «Out of Service», 2021, fermo immagine da installazione audio-visiva, courtesy l’Artista e Kappabit.