Cosa definisce un essere vivo o intelligente? Può la vita artificiale essere empatica? Come si manifesta la cooperazione tra agenti umani e artificiali? Quali questioni etiche emergono? La mostra BioMedia invita i visitatori ad acquisire consapevolezza e a discutere di possibili modi di coabitazione tra forme di vita organiche e artificiali.
Per secoli gli umani hanno cercato di creare macchine che simulassero la vita – dall’animatronica del XVI secolo ai dispostivi per le immagini in movimento pre-cinematografici. Il XIX secolo è stato l’era delle machine basate sulla ruota, come biciclette, macchine e treni. L’era della ruota ha spianato la strada all’immagine in movimento, alla cinematografia, all’illusione del movimento del XX secolo. Una immagine che potesse imitare il movimento significava un passaggio radicale verso la simulazione della vita perché fino a quel momento le immagini, che fossero di pittura o fotografia, erano considerate di natura statica.
Con lo sviluppo del colore e del suono nel cinema, ci siamo avvicinati all’imitazione alla vita: gente, animali e oggetti erano catturati dall’obiettivo in tempo reale, colti nella loro azione, nei loro movimenti, conversazioni ed espressioni. La transizione dalla macchina alle immagini in movimento è visivamente evidente.
Nel XXI secolo, l’idea di simulazione della vita con i media diventa ancora più realistica: real motion e relazione input -output, che definiamo come ‘partecipazione interattiva’ sono molto simili ad un organismo vivente che risponde e si aggiusta alle azioni in sintonia con gli esseri viventi o con l’ambiente. Iniziando con la simulazione del movimento e proseguendo con l’arte cinetica e con la teoria cibernetica, la simulazione dei sistemi di vita attraverso l’intelligenza artificiale e le tecnologie generative ha portato l’umanità del XXI secolo a riconoscersi con le macchine su un piano esistenziale.
Questo è diventato possibile in tre passaggi: virtualità, variabilità e viabilità. Costruendo su ciascun nuovo progresso la virtualità dell’immagine fotografica ha preparato il terreno ai sistemi di elettronica virtuale per produrre, processare e conservare immagini digitali. La virtualità del media storage nei sistemi elettronici favorisce la variabilità e la versatilità del contenuto delle immagini che, in cambio, apre a nuovi percorsi del comportamento delle immagini.
I sistemi mediatici trasgrediscono la simulazione del movimento e simulano molti aspetti degli organismi viventi, della vita, dall’intelligenza all’empatia. E’ questo comportamento, chiamato media, che presenta azioni simili alla vita che definiamo BioMedia o media biomimetico.
La mostra indaga diverse forme di agenti e ambienti artificiali, così come i loro comportamenti e interazioni con altre entità nell’ambito di ecosistemi ibridi contemporanei. Alcuni di questi agenti sono sistemi computer-generated e computer simulated che evolvono in uno schermo, mentre altri includono complessi sistemi robotici di adattamento che hanno una presenza fisica nello spazio e che possono manifestare biomimesis come meccanismi di ricerca, swarm intelligence, auto-conservazione e così via. Nonostante tutto, imitano, dimostrano e simulano i comportamenti più vicini alla vita rispondendo agli stimoli in modi imprevedibili.
Gli agenti artificiali in questa mostra accendono questioni relative all’auto-sostentamento della vita non organica presentando l’abilità di interagire gli uni con gli altri, con umani e non umani simili, come le immagini bidimensionali, gli oggetti tridimensionali e i modelli quantistici multidimensionali. L’intersezione tra arte e scienza è un sistema dinamico che la mostra esplora tanto in termini di possibile applicazione alla vita reale, quanto di motori per alimentare l’immaginazione.
BioMedia restituisce intuizioni su possibili modi di coabitazione con forme di vita artificiali. Quindi l’esistenza di vita organica e agenti artificiali sono esclusivi. Piuttosto che ragionare in termini di competitività BioMedia propone di immaginare la nostra relazione con gli agenti artificiali in molteplici strati di interdipendenza. E’ necessario ricercare nuove metodologie e ideologie per rispondere a questioni che si relazionano a come noi possiamo migliorare e sostenere la vita in alleanza con l’uomo e con le entità tecnologiche more-than-human, in particolare in relazione allo scenario di crisi ecologica, estinzione di massa, e catastrofe climatica.
Utilizzando un approccio biofilico nell’ottica di abbracciare la diversità del pianeta, la mostra propone di includere anche le forme di vita inorganiche nel network dell’ecosistema naturale e delle relazioni sociali, mettendo in discussione le tassonomie sviluppate nelle scienze naturali.
La comunità simpoietica del futuro accoglierà gli esseri artificiali come parte di un sistema di networks, relazioni e collegamenti tra discipline diverse per affrontare questioni urgenti e diffondere nuove soluzioni. Gli agenti artificiali possono anche assumere il ruolo di guide, regolatori, co-creatori, compagni e assistenti in queste comunità. In un momento in cui il pianeta affronta un pericolo esistenziale, cercare nuovi concetti e definizioni di vita è diventato più importante che una semplice impresa filosofica, è diventato una responsabilità per la vita stessa.
(dal comunicato stampa)
BIO MEDIA. The age of media with life like behaviour, a cura di Peter Weibel, Sarah Donderer e Daria Miller, ZKM, Karlsruhe, Germany, 18.01 – 28.08.2022