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Home News Focus

Il postumano

La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte

Elena Giulia Abbiatici by Elena Giulia Abbiatici
09/02/2022
in Focus
Il postumano

Un precursore degli impianti celebrali è Neil Harbisson, primo cyborg riconosciuto per legge, il quale tramite un eyeborg, un’antenna impiantata nel suo cervello e sviluppata insieme a un informatico Adam Montadon, dal 2004 riesce a percepire le frequenze musicali dei colori. Harbisson era nato con una condizione, l’acromatopsia, ovvero l’incapacità di vedere i colori, che gli aveva consentito di vivere in un film in bianco e nero fino ai 21 anni. Nel tempo, l’eyeborg ha travalicato la visione dei colori e oltre a tradurre le onde cromatiche in onde sonore (si parla di sonocromatismo), è stato dotato di un dispositivo bluetooth per connettersi via wi-fi e… vedere direttamente nel suo cervello informazioni che viaggiano in rete. L’uso dell’antenna a fini artistici l’ha portato a creare opere d’arte come dipinti sonocromatici e, ultimamente, a vendere le sue uniche e temporali percezioni cromatiche come un NFT Non- Fungible Token.
Sostenitore della cibernetica per tutti, il primo cyborg riconosciuto legalmente descrive la sua antenna con la sigla R-R: realtà reale. «Penso che il concetto di realtà virtuale sia una perdita di tempo, quando c’è una realtà vera che non si riesce a sperimentare fino in fondo».

Se la sorveglianza viene esercitata sugli uomini, tanto vale che venga esercitata anche dagli uomini sui meccanismi funzionali alla vita, come le gradazioni cromatiche del mondo, le vibrazioni geologiche del paesaggio circostante, i battiti cardiaci… La Cyborg Foundation di Barcellona, di cui Neil Harbisson è co-fondatore insieme a Moon Ribas, è una realtà pronta a rivendicare i diritti e l’identità dei nuovi cyborg: individui nati con corpo umano, ma pronti ad amplificarlo con sensori che permettano di creare ibridismi e oltrepassare i limiti sensoriali imposti o suggeriti dalla sorte umana. Per quest’altro motivo, hanno co-fondato nel 2017 la Transpecies Society, propaggine della Cyborg Foundation, per sostenere gli uomini che vogliono assorbire peculiarità di altre specie in uno scambio curioso e trascendente, generatore di prospettive e sensazioni mai conosciute e mai possibili prima dalla specie umana e viceversa.

Moon Ribas, perfomance artist e prima donna cyborg vivente, dopo aver indossato dal 2007 al 2013 diversi dispositivi che le permettessero di percepire i colori delle persone, in assenza di volti, e un guanto tachimetro che le permetteva di percepire e misurare la velocità di tutte le persone che camminavano vicino a lei, nel 2013 ha trovato il coraggio di farsi impiantare un sensore per avvertire l’arrivo di scosse sismiche e telluriche in ogni parte del pianeta. Ribas, che di formazione è coreografa, ha ballato le prime coreografie cibernetiche della storia, danzando al ritmo dei terremoti del mondo (Waiting for Earthquakes) e di una colonna sonora basata sulle frequenze musicali dei sismi di determinati luoghi ed epoche.

La pratica di Neil Harbisson e Moon Ribas si inserisce perfettamente lungo un framing temporale di sovraccarico e sovrastimolazione sensoriale ad opera di nuovi dispositivi esperienziali e medici, che manifestano un processo di rinforzamento cyborg dei nostri corpi. Avviato negli ‘80 con pratiche di estensioni elettriche del corpo ad opera di Stelarc, celebre artista cipriota che ha reso il suo corpo una sorta di post-umana entità robotica, il processo di cyborghizzazione del corpo si è rafforzato notevolmente nell’ultimo decennio.

Sottoponendosi nel 2006 ad un impianto chirurgico per piantare nel braccio un (terzo) orecchio, sviluppato con le proprie cellule staminali, Stelarc ha in un certo senso operato una decolonizzazione dell’udito e una risignificazione del concetto di ascolto e sensibilità acustica: l’orecchio è un organo di senso che potrebbe essere disposto sulla pelle, sugli arti e su altre parti del corpo per attivare un ascolto sensoriale e non verbale. La documentazione dell’intervento chirurgico è stata divulgata per accendere le telecamere sul corpo in trasformazione dell’artista. Ear on Arm si inserisce perfettamente nella linea di ridefinizione del corpo umano, diventato, secondo l’artista, ormai obsoleto per far fronte ai nuovi ritmi e ai nuovi tempi dell’economia, della società e dell’arte. Le protesi che l’artista ha creato nel corso della sua carriera e gli innesti che ha sperimentato palesano una parabola del tempo umano e una sua linea bio-politica, senza la quale non c’è sopravvivenza per l’essere umano.
Se la sua pratica insieme a quella di Orlan ha aperto la strada a sperimentazioni importanti invadenti e invasive sui propri corpi, ha altresì iniziato a esaminare come la cultura digitale avrebbe influenzato la condizione umana e la sensorialità.

L’immagine dei multipli orecchi di Cécile B.Evans che molleggiano su un distopico lago rosa, rappresenta lo scenario possibile di dematerializzazione dei nostri corpi e rimaterializzazione dei nostri organi di senso in mondi paralleli, abitati da voci umane sintetizzate.
Il suo orecchio che viaggia libero e moltiplicato fluttuante su piane desertiche, nella video installazione What the Heart Wants (2016), ci rimanda ai molteplici microfoni disseminati di audio sorveglianza, alle parole moltiplicate dai nuovi dispositivi, alla frammentazione e de- materializzazione dei nostri corpi attraverso la disseminazione della nostra voce, ponendoci domande esistenziali alla maniera di: Cosa ascoltare? O come ascoltare? Internet è il posto in cui più di tutti circolano dati ed emozioni e il legame fra dati e sentimenti si sta rinforzando. La frammentazione dei nostri corpi e dei nostri organi implica che il nostro organo uditivo, avendo accesso a informazioni, visioni, news, e rumors, abbia avviato una decolonizzazione delle categorie di suono e rumore, maturando forse la propensione a oltrepassare i confini entro cui l’acustica è soggetta. Mentre le industrie biomediche, gli enti di ricerca scientifica e le aziende tecnologiche competono per l’accesso alle miniera d’oro di dati del corpo, stanno emergendo nuove questioni legali ed etiche su ciò che costituisce l’Es,l’Io e il Superio del continuum ibrido dell’ essere umano-non umano.

Sono proprio le questioni etiche legate alla natura del corpo nel suo divenire immorale – o nella sua aspirazione o possibilità di continuare ad esistere anche in altre forme fisiche, ad incuriosire l’artista. Nei suoi lavori indaga i limiti spaziali e temporali della vita nella sua massima portata capitalista (vd. “999 years, 13 sqm (the future belongs to ghosts)” – realizzato in collaborazione con con l’architetto e scienziato Rachel Armstrong presso la Whitechapel Gallery’s nella mostra «Is This Tomorrow?»), o proietta l’Inferno e il Purgatorio nei piani virtuali dei servizi di messaggistica e di condivisione di materiale audiovisivo (Hyperlink or It Didn’t Happen, 2014). Il risultato finale dei suoi lavori appare sempre molto leggiadro e permeato da uno spirito esistenzialista, calato in una fenomenologia sociale ed in una estetica attuale e futuristica.
999 anni è la durata massima dei contratti in UK e 13 mq sono la dimensione del più piccole spazio abitabile a Londra. Uno spirito aleggia nella cella di 999 years, 13 sqm, alimentato da batterie organiche di micromi, attivati da un bioreattore, come a rappresentare le infinte trasformazioni a cui la materia organica può essere sottoposta o viene sottoposta nel contesto capitalista, per allungare la sua vita e rigenerarsi energicamente in nuove forme sempre più leggere e incandescenti.
A chiusura del suo illuminante saggio Rosi Braidotti afferma: «Non ho nessuna nostalgia dell’Uomo, misura presunta di tutte le cose, o per le forme del sapere e dell’auto-rappresentazione che le accompagnano. Accolgo ben volentieri gli orizzonti multipli dispiegati dal crollo dell’umanesimo eurocentrico e antropocentrico. Interpreto la svolta postumana come una felice opportunità di decidere insieme chi e cosa vogliamo divenire» (Da Rosi Braidotti “Il postumano. Oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte”, DeriveApprodi, Roma, 2014 – da cui il titolo del saggio).
Senza ricadere in forme di potere para antropocentriche, l’evoluzione della specie umana parebbe spaventevole e intrigante.

immagini: (cover 1-5) Cécile B. Evans, «What the Heart Wants». HD video, colore, suono, piattaforma in legno, acqua. 41:05 min. Courtesy l’Artista e Galerie Emanuel Layr  (2) Neil Harbisson, Pictures – by Lars B Norgaard (3) Moon Ribas, Pictures by Carlos Montilla (4) Stelarc, foto di Giovanni DeAngelis (6) Cécile B. Evans e Rachel Armstrong, «999 years, 13 sqm (the future belongs to ghosts) 2019». acciaio, mattonelle in ceramica,poliestere Lumex, acrilico, FogScreen, HD video, LCD monitor, Raspberry Pis, E-INK screen, MFC bricks, silicone tubes, cables, microbes, water, de-umidificatori a bassa energia, radio, oggetti vari e immagini 433 x 300 x 300 cm. Panoramica dell’installazione, «Is this tomorrow?», Whitechapel Gallery, Londra, 14 febbraio – 12 maggio, 2019

Il postumano. La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte è  parte di «Il Corpo eterno. I sensi umani come laboratorio del potere, fra crisi ecologica e trans umanesimo» di Elena Giulia Abbiatici. Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Articoli precedenti:
E.G.Abbiatici, Dispositivi Acustici Digitali. Possono i dispositivi tecnologici correggere gli effetti dell’inquinamento acustico e dell’obsolescenza dei nostri sensi?, Arshake 02.02.2022
E.G.Abbiatici, Intervista a Abinadi Meza, Arshake 20.02.2022
E.G. Abbiatici, Intervista al Prof. Mario Mattia, Arshake, 23.11.2021
E.G. Abbiatici, La componente politica del rumore nelle pratiche artistiche dell’ultimo secolo: Pt. I ( 14.10.2021)  e Pt. II, (14.10.2021)
E.G. Abbiatici, L’olfatto come senso trascendente. Il ruolo del naso nella società del corpo eterno, Arshake, 02.08.2021
E.G.Abbiatici, Per una bio-politica degli odori,Pt.I (20.07.2021) e Pt. II (22.07.2021)
E.G. Abbiatici, Nasi (artificiali) eccellenti, Arshake, 04.05.2021
E.G. Abbiatici, Sotto al naso, Arshake, 03.03.3021

Partner di progetto: Arshake, FIM, Filosofia in Movimento-Roma, Walkin studios-Bangalore, Re: Humanism, Unità di ricerca Tecnoculture – Università Orientale di Napoli, GAD Giudecca Art District-Venezia, Arebyte (Londra), Sciami (Roma).Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

 

 

Tags: arsarshakebodyecologyelena giulia abbiaticiethernal bodyItalian Councilresearch
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