Sono nate in questo periodo molte piattaforme e iniziative online di ogni tipo. Senza nulla togliere a ciò che di buono sta nascendo e che si può trovare scavando nella valanga di proposte, bisogna sempre tenere a galla e valorizzare quelle che sono state costruite nel tempo. La piattaforma Homeostasis Lab è una di queste si trova ora ad un importante punto di svolta. Creata otto anni fa dai curatori Julia Borges Araña and Guilherme Brandão come piattaforma virtuale dedicata a mappare, catalogare ed esporre arte digitale su internet, ma anche a ricercare, discutere e riflettere su temi inerenti.
Il Lab è un database basato su un network collaborativo open-system di artisti, programmatori, curatori e ricercatori di tutto il mondo. Offre una riflessione su comportamenti e concetti che emergono dalla relazione tra uomo e tecnologia e sul loro impatto su estetica, cultura e società.
Homeosthasis, raccontano i curatori, è nato come Padiglione all’interno della Wrong Biennale, una Biennale esclusivamente online e altra realtà molto importante nella sua costante attenzione ai linguaggi digitali ma anche a costruire connessioni tra linguaggi e territori virtuali e fisici. La piattaforma ha proseguito come archivio ongoing e, nel 2017, ha organizzato la collettiva Homeostasis @ The Wrong, nello spazio fisico del Centro Cultural São Paulo, portando assieme artisti come Anaísa Franco, Carla Gannis, Clement Valla, Jakob Steensen, Lorna Mills, Modular Dreams, Olafur Eliasson e Salvatore Iaconesi.
Ora questa piattaforma attraversa una nuova fase di rinnovamento che si presenterà al pubblico online, a partire dal 22 aprile, con Homeostasis Lab – New Time, un progetto reso possibile dal Ministro del Turismo Brasiliano, Il Segretario Speciale per la Cultura e il Governo dello Stato di São Paulo, attraverso il Segretario della Cultura e dell’Economia Creativa ideato e organizzato da Phi Projetos e da UGI Projetos Culturais.
Dal 20 marzo, fino al 20 aprile, homeostasislab.org è aperta per sottoporre opere da includere nel database della piattaforma. Le proposte saranno passate al vaglio dalla squadra curatoriale e tre di questi lavori riceveranno un riconoscimento di R$1,000 ciascuno.
Il grande archivio, che includerà anche alcuni lavori in mostre ed eventi, include ogni forma di declinazione digitale. Alcuni dei lavori proposti potrebbero essere inclusi nelle otto mostre di Homeostasis firmate da curatori brasiliani Flávio Carvalho, Gabriel Menotti, Guilherme Teixeira, Luciana de Paula Santos, Mari Nagem, Paloma Oliveira, Pedro Caetano e Rudá Cabral.
La cultura digitale, che nei primi anni 2000 emergeva contro grandi resistenze del mondo istituzionale e iniziava a produrre la sua prima letteratura dedicata, si ritrova improvvisamente in una fase di consolidamento. I grandi cambiamenti del mondo industrializzato avevano portato sempre più l’arte vicino alla vita con arte concettuale, body arte performance, etc. Questo passaggio è stato nel tempo accettato e metabolizzato. Ora è più chiaro in che modo, e in che misura, anche la tecnologia sia parte della vita attuale e non un esotico strumento di lusso per esibizioni di virtuosismo tecnico-tecnologico. Se è più chiaro l’impatto della tecnologia sui linguaggi creativi e sull’estetica, di contro, queste forme di espressione artistica ci mostrano quanto la tecnologia influenzi società, cultura, ma anche abitudini legate al quotidiano vivere. E’ più chiaro che il digitale non è un esotico diversivo di quello spazio fisico, un surplus di ciò che ci circonda. E’, piuttosto luogo that encompasses all areas of knowledge and as such intensely influences contemporary art practices,” come la stessa curatrice Julia Borges Araña sostiene.