La tecnologia, e la mentalità che questa ha generato, è stata certamente una componente importante nel portare avanti il ruolo del «processo» di creazione, sempre più centro dell’attenzione, sempre più spesso determinante perché l’opera acquisisca di significato e di valore. Il processo, in questo caso quello che scandisce il pensiero puro, è al centro anche del lavoro di Nikolaus Gansterer, giovane artista viennese, portato per la prima volta in Italia dalla galleria romana Marie-Laure Fleisch con la mostra Thinking Matters.
Lavagne, grafici, tavoli da laboratorio con tanto di appunti, sculture che si esprimono come disegni liberati nello spazio delle tre dimensioni, ricreano l’atmosfera di un laboratorio, il luogo dove si riflette e si sperimenta, dove abita il processo cognitivo nel suo formarsi. La bellezza dei diagrammi, per gli scienziati puri strumenti empirici ad ausilio del pensiero, si trasforma in un’interpretazione artistica che stimola la contemplazione.
Sono questi gli strumenti in mostra con cui l’artista austriaco pone sé stesso e il suo lavoro in una dimensione spazio-temporale al confine tra mondi, tra quello invisibile del pensiero nel suo processo cognitivo, così come questo si forma attraverso lo studio multidisciplinare, e quello tangibile ed empirico. Il pensiero, nella sua fase processuale, è qui «ritratto» da diagrammi disegnati con carboncino su carta, con gesso su lavagna, dall’azione dell’artista mentre li disegna nelle sue lezioni-performance (poi tradotte in opere video).
Il disegno diventa, quindi, «gesto magico», capace di tracciare un tramite tra virtuale e reale e di renderlo visibile. Il pensiero è catturato nel suo divenire, precisamente in quell’attimo che prelude a qualcosa che segue. Lo svelamento del processo nel mondo tangibile non è un evento finale ma si rende visibile nella sua durata, nel suo procedere verso qualcosa che andrà possibilmente ad influenzare il pensiero stesso, una volta ritornato nella sua dimensione mentale. «Un’estetica dell’esistenza tra cose», così descrive il metodo creativo di Gansterer Andreas Spiegel nel catalogo della sua personale a Vienna, anche questo nel mezzo, tra catalogo e libro d’artista. Questo suo modo di «agire» creativo, ha trovato spazio anche nella realizzazione di Drawing an Hypothesis, (Springer Verlag, 2011), che può essere inteso come libro d’artista nella formulazione di una «performance editoriale». L’indagine sul potenziale ipotetico dei diagrammi lo ha spinto ad uno scambio di cinque anni sull’argomento con teorici, artisti e scienziati, spesso utilizzando proprio il linguaggio diagrammatico in risposta alle loro analisi.
Drawing an Hypothesis ritrova nell’ «ipotesi» quel momento di transizione del pensiero in cui si suppone qualcosa che esiste solo potenzialmente, in attesa di essere empiricamente sperimentato e provato. Questo significa rendere visibile il momento in cui si prevede un tempo a venire, ponendosi al confine liminale della conoscenza, quello che la formulazione di ipotesi spinge sempre oltre il suo orizzonte. Nella semplicità del disegno, nella bellezza della sua fase progettuale così come si manifesta nei diagrammi, arte e scienza, teoria e pratica, si ritrovano in un terreno comune. I suoi confini sono tracciati dal tempo di ciò che precede e ciò che segue.
Nikolaus Gansterer, Marie-Laure Fleisch, Rome, fino al 28.11.2013
Immagini
(1 cover) Nikolaus Gansterer, Theory Casing IV, (model of fleeting moments) with Simona Koch, 2013 mobile, wooden sticks, sticking tape, polystyrene balls, 130 x 80 x 80 cm, courtesy Marie-Laure Fleisch (Rome), photo by Giorgio Benni; (2) Nikolaus Gansterer, Thinking Matters, Marie-Laure Fleisch Gallery (Rome), installation view, photo by Giorgio Benni; (3) Nikolaus Gansterer, Basic Model of In-Betweenness, courtesy Marie-Laure Fleisch (Rome), photo by Giorgio Benni
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