Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen è la sperimentazione digitale di Chiara Taviani per «Residenze Digitali», un medio-metraggio pubblicato in sette puntate.
Con «Residenze Digitali» Chiara Taviani ha potuto estendere una ricerca con il digitale avviata con il lockdown, facendo convergere dentro lo schermo la sua esperienza poliedrica, dalla danza, alla coreografia al teatro, il suo forte interesse per il cinema e il suo impegno costante sulla ricerca gestuale.
Ogni episodio ruota attorno ad un personaggio che racconta di sé interagendo con un susseguirsi di immagini fisse – situazioni, paesaggi interni esterni. Attraverso gesti e pose dei performers, le immagini prendono vita; ci aspettiamo che si animino da un momento all’altro. A volte sono le immagini fisse ad inghiottire la figura viva nell’effetto illusionistico del digitale.
La modalità di story-telling, che segue un ritmo costante nei vari episodi, impiega sonoro, testo e componente visiva, a volte giocando anche con le proporzioni tra la figura viva che abita la scena e le immagini fisse.
Oltre a sperimentare con la trasposizione del teatro nello spazio bidimensionale dell’ambiente digitale e in un formato cinematografico, il progetto di Chiara Taviani è anche e soprattutto un esercizio di immaginazione, dispositivo da dove poter guardare oltre: oltre lo schermo, oltre l’immagine, oltre la realtà stessa.
Le immagini prendono vita, e prende vita anche il contatto tra noi e i personaggi. Nella loro gestualità i performers sono sempre attenti a creare un contatto visivo con il pubblico (online), ciascuno nella propria intimità di fronte allo schermo. Ci sono anche altri espedienti che aiutano l’illusione che ci si trovi di fronte ad un mondo al di là della finestra del dispositivo. Simone, il protagonista del terzo episodio per esempio tocca lo schermo dalla sua parte di mondo lasciando l’impronta della sua mano.
C’ è poi un altro discorso che ruota attorno al ‘tempo’, il tempo disteso della contemplazione per quello che riguarda il ritmo delle singole scene, ma anche il tempo di visione, perfettamente adattato ai limiti di attenzione imposti dal digitale entro, non superando gli otto minuti per ogni episodio.
Gli episodi sono stati pubblicati uno per ogni giorno della settimana in cui le Residenze Digitali sono state aperte al pubblico online. Un appuntamento orario che, anche in una formula flessibile che ha permesso di rivedere gli episodi pubblicati in tutto il corso della settimana, ha ristabilito una forma di contatto con la liveness dell’evento, anche trattandosi di una visualizzazione su Youtube; una riflessione importante in un’esperienza che agli artisti chiede di sperimentare la contaminazione tra performing arts e ambiente digitale, e a gli organizzatori, che in questo momento stanno estendendo un’esperienza pluridecennale nel teatro, di stabilire un contatto con il pubblico attraverso espedienti che possano funzionare da tramite tra quella che è l’esperienza fisica del teatro e la sua traslazione nell’esperienza online.
Rimane il fatto che Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen e Chiara Taviani ora intende estendere questa sperimentazione al teatro, al suo pubblico, alle sue possibilità di sperimentazione del dispositivo scenico in un vero e proprio progetto di contaminazione.
immagini: (cover 1) Chiara Taviani. Residenze Digitali 2021 (2-3) Chiara Taviani, «Whatever Happens in a Screen Stays in a Screen», Residenze Digitali 2021, still from video online
Questa è una di sette restituzioni dei lavori presentati per Residenze Digitali realizzata nell’ambito di una Media Partnership tra Arshake e Residenze Digitali. I testi sono pillole di memoria delle sperimentazioni live, contaminazione tra performing arts e ambiente digitale ‘andate in scena’ per il pubblico online dal 22 al 28 novembre, 2021.
Residenze Digitali è un progetto promosso dal Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, la Cooperativa Anghiari Dance Hub, ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini, il Centro di Residenza dell’ Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, La Corte Ospitale di Rubiera), la Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova e ZONA K di Milano. Tutor di progetto – le studiose Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi e Federica Patti.
Articoli precedentemente pubblicati:
Intervista a Luca Ricci, Arshake 19.11.2021
Dealing with Absence. Coreografia digitale di Margherita Landi e Agnese Lanza, Arshake 25.11.2021