Abbiamo avuto una conversazione con il prof. Mario Mattia, Specialista in acustica dal 1972 con master e corsi di specializzazione in Danimarca presso la Brüel & Kjær A/S. Docente di Acustica presso L’Università Tor Vergata (Roma ) e Roma Tre (Roma). Fondatore e Presidente di EuroAcustici, associazione che dal 2001 ha come scopo il miglioramento delle conoscenze scientifiche sui problemi tecnici, ambientali, ergonomici e cibernetici, relativi alla qualità della vita, con particolare riguardo alle problematiche acustiche, indotte da rumore e vibrazioni, in ambito comunicativo, lavorativo e sociale.
La conversazione ha preso inizio da una riflessione sul comune terreno neurosensoriale delle percezioni olfattive e acustiche: odori e suoni sono entrambi legati alla sopravvivenza e vengono elaborati entrambi nell’area limbica.
Mario Mattia: L’area limbica ha una funzione chiave nelle reazioni emotive e nei processi di memoria e olfatto. Tutto quello che noi percepiamo viene registrato nelle nostre memorie e questa registrazione può essere permanente. In altre parole se noi percepiamo un rumore che genera un allarme al quale associamo un pericolo, questa paura non si cancella più e ogni qual volta siamo in una situazione di stress possiamo sperimentare problemi uditivi e fisici associabili a quella paura. Molti disturbi idiopatici hanno la stessa origine: lo stress e la paura associata e memorizzata può generare acufeni, fobie, disturbi alimentari quali abulimia ed anoressia.
L’acustica è totalmente sottovalutata sia a livello percettivo dei lavoratori e della popolazione sia a livello giuridico.
A questo proposito, come sono state aggiornate le normative nel corso del tempo e come è cambiato l’atteggiamento delle istituzioni rispetto a questa problematica?
Ci sono norme privatistiche (codice civile art. 844) e norme amministrative (Legge quadro sull’inquinamento acustico 447/95) che hanno implicazioni completamente diverse.
La prima riguarda il superamento della misura della normale tollerabilità per la tutela della proprietà. Art. 844 del Codice Civile cita: «Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di (…) rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.»
Dal punto di vista metrologico per il rumore si parte da quello che è il livello di fondo (minimo statistico LAF95%), livello non assoluto ma relativo alla situazione ambientale; tale livello non può essere aumentato oltre il doppio dell’energia: per rumore e vibrazioni tale aumento corrisponde ad un incremento massimo di tre decibel, un valore apparentemente basso vincolato comunque alla soggettività del singolo. Precisiamo il significato dei tre decibel: se il livello di rumore di una macchina è 60 decibel, accendo una seconda macchina vicina che emette lo stesso rumore di 60 decibel, la somma dei due livelli delle due macchine non è 120 decibel ma solo di 63 dB. Se io percepisco in casa il pianoforte del vicino, le urla del neonato a fianco, il cane che abbaia, il suono delle campane, la musica della discoteca, il condizionatore del vicino, il calpestio notturno dal piano superiore … se insistenti e ripetuti, queste percezioni possono creare una situazione di stress e di allarme. Molto spesso una situazione «non tollerabile» per il singolo individuo, quindi eccessivamente disturbante, viene invece considerata “accettabile” secondo il diritto amministrativo. Le norme amministrative sono basate sulla L. 447/1995 legge quadro sull’inquinamento acustico che non tutela la salute, ma serve al Comune per dare un permesso di apertura di un’attività con un nullaosta di impatto acustico. Il nullaosta viene rilasciato solo dai tecnici competenti in acustica (abilitati dal DECRETO LEGISLATIVO 17 febbraio 2017, n. 42) come certificato amministrativo.
Commette reato chi esercita una professione senza essere iscritto all’albo o ad elenchi professionali.
La valutazione amministrativa per la Pubblica Amministrazione non è legata alla valutazione privatistica della tollerabilità del disturbo, sono aspetti differenti che creano un contrasto giuridico: la norma privatistica si basa sul Codice Civile e Penale mentre la norma amministrativa si basa sulla legge quadro che legittima l’accettabilità delle attività rumorose (M. Mattia, La figura del consulente tecnico d’ufficio del Tribunale, del consulente di parte e del tecnico competente in acustica ambientale in rapporto alla percezione del rumore, Euro Acustici, 11.10.2014)
Infatti mentre leggevo la legge quadro 447 notavo come fosse relativa solo alla gestione amministrativa che Stato, Regioni e Comuni assumono nel regolamentare autorizzazioni e limitare l’inquinamento acustico cittadino. Resti, insomma, ben lontana dalle singole problematiche..
Sì, la legge quadro è limitata ed è fatta per creare un controllo minimo dell’ambiente, non per tutelate diritti di cittadini e la loro salute psico-fisica. Va detto che molte norme amministrative, come gli effetti acustici passivi degli edifici, vengono spesso disattese: attività rumorose e costruttori non rispettano i limiti di legge. I costruttori dovrebbero fare ogni volta una perizia per valutare le prestazioni acustiche passive su ogni appartamento (fonoisolamento fra unità abitative, isolamento dal rumore di calpestio, rumore d’impianti e scarichi dal vicinato, ecc. perizie tecniche obbligatorie per legge che costano oltre 1000 euro ad appartamento); di fatto il costruttore preferisce inviare alla PPAA (Comune) una perizia previsionale fatta al computer (dove tutto risulta a norma che il Comune accetta) e rischiare che non siano rispettati i requisiti minimi di legge. Il costruttore od il venditore sperano che il cittadino che acquista un appartamento non faccia causa. In pratica, quando il nuovo proprietario di un appartamento sente le voci dei vicini ed il calpestio dal piano di sopra fa fare una perizia tecnica da un esperto di acustica e riscontra il mancato rispetto dei limiti di legge, può far causa ed il tribunale civile, riscontrata la mancanza d’isolamento acustico, penalizza chi ha venduto l’appartamento al rimborso sulla cifra d’acquisto del 20-30%. La metodologia di misura è fissata in modo univoco e preciso dal D.P.C.M. 5/12/97 Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, che fissa i valori numerici di isolamento acustico delle strutture murarie e di rumorosità degli impianti condominiali o del vicinato. Principalmente perizie e cause sono nel Nord e Centro Italia ma si stanno diffondendo in tutta Italia vista la certezza del risultato (vedi M. Mattia, I ‘Requisiti acustici passivi degli edifici’, Cosa sono?, Euro Acustici, 09.10.2014)
E’ un problema effettivo e frequente nelle città in cui ci sono molte abitazioni vecchie che vengono ristrutturate… Oltre all’isolamento acustico da appartamento, come si pongono norma privata e amministrativa in merito ai rumore generati dai cantieri di costruzione?
Il titolare del cantiere deve chiedere al comune un permesso speciale provvisorio in deroga ai limiti. La procedura autorizzativa deve essere rilasciata stabilendo orari di lavoro, durata e barriere acustiche per ridurre il disturbo del vicinato.
Come può il cittadino comportarsi rispetto a fonti eccessive di rumore? Come può tutelare diritti e salute?
Deve trovare un serio consulente specialista in acustica in grado di documentare con analisi fonometriche se il rumore supera la «normale tollerabilità». Se il consulente conferma con perizia oggettiva la situazione d’inquinamento, non serve chiamare vigili, polizia, ASL, ecc. L’unica struttura pubblica competente per l’inquinamento acustico sul territorio è l’ARPA che deve essere attivata da un esposto all’ufficio «impatto acustico» del Comune (o dal Sindaco). È necessario evitare ogni confusione fra il criterio comparativo della valutazione della «normale tollerabilità» di estrazione giurisprudenziale ed il criterio differenziale di «accettabilità» che deriva dalle disposizioni di carattere amministrativo o pubblicistico di antinquinamento (vedi M. Mattia, Valutazione della normale tollerabilità delle immissioni di rumore, Euro Acustici, 22.09.2014 e M. Mattia, Il meccanismo della percezione delle immissioni considerate non tollerabili e fisiopatologiche, Euro Acustici, 22.09.2014)
Quali impianti architettonici di nuova generazione possono essere distribuiti nelle nostre città per contenere il rumore, e anche nelle nostre scuole? Quali sono i migliori isolanti acustici negli edifici e nei luoghi urbani?
I materiali fonoassorbenti proteggono gli spazi chiusi dai rumori interni, mentre i materiali fonoisolanti schermano gli edifici dai rumori provenienti dall’esterno.
In tutti questi anni di impegno ha visto aggiornarsi o cambiare le normative?
La norma dei requisiti sull’acustica passiva prevede un aggiornamento che introduce un criterio analogo all’isolamento termico. I requisiti acustici passivi sono isolamenti a finestre e altri isolanti fra gli appartamenti. C’è un progetto di norma, che tuttavia non è stata mai approvata. Io adesso ho contatti col Ministero dell’Ambiente, che presiede alla materia, ma per quanto riguarda l’edilizia è tutto fermo. Oggi purtroppo si costruisce spesso in modo improprio e si sente il vicino che parla, anche se parla normalmente, perche manca un minimo fonoisolamento…
Come si comportano invece altri paesi europei?
Sono molto più severi.
Qual è un modello virtuoso?
I paesi del centro nord Europa. Più si va a nord più sono attenti.
C’è in effetti un substrato culturale diverso. La gente parla in silenzio, l’approccio rumoroso mediterraneo è abbastanza evidente…Come viene affrontata inoltre la questione da un punto di vista medico sanitario e medico legale?
Abbiamo medici del lavoro che fanno una serie di controlli sui potenziali rischi acustici nell’ambiente di lavoro; in seguito ci sono specialisti otorini che studiano la risposta dell’apparato uditivo, per valutare eventuali perdite uditive nella basse o alte frequenze.
Quando lo stress acustico è alto, le cellule ciliate possono spezzarsi e ci sono danni cocleari permanenti. Parliamo di esposizione per molto tempo (anni) ad alti livelli di rumore che porta a sordità permanente (PTS), per esposizioni brevi possiamo avere un abbassamento temporaneo della soglia uditiva che si recupera in tempi brevi (TTS). Se le cellule ciliate si spezzano non si ricostruiscono più: danno neuro-sensoriale.
Può citare alcuni tipi di disturbi uditivi?
Sordità da rumore (PTS), affaticamento uditivo (TTS), ipoacusie neuro-sensoriali improvvise, acufeni. Il rumore ha poi interferenze con il sistema endocrino, sistema nervoso centrale, psiche e comportamento, apparato cardiovascolare, apparato gastrointestinale, apparato respiratorio. Può provocare distonie neurovegetative, stress e aggravare disfunzioni fisiologiche già presenti in forma latente od evidente. L’acustica è la scienza delle perturbazioni elastiche: i suoni sono onde cha viaggiano nell’aria.
(ndr. Si vedano le figure pubblicate in questo report: ENVIRONMENTAL NOISE GUIDELINES for the European Region, World Health Organization 2018)
In effetti il rumore è sempre stato usato dai regimi liberticidi come strumento di tortura, per generare stress e gravare su diverse variabili dell’organismo. Sono molto frequenti gli acufeni o, quantomeno, sembrano essere un problema piuttosto incidente? Ci sono rimedi validi?
La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) costituisce, se condotta da personale riabilitativo specializzato, uno dei punti cruciali dei programmi di trattamento degli acufeni, da cui può dipendere il successo dell’intero programma di cura. Esiste un protocollo che si applica solo nei casi in cui il disturbo sia idiopatico (non diagnosticabile clinicamente); agisce sul meccanismo delle memorie facendo in modo di svincolare la registrazione nella nostra memoria della paura del fischio (acufene) dalla sensazione del pericolo. Consiste in pratiche di meditazione e ascolti di suoni di basso livello non mascheranti. La Tinnitus Retraining Therapy è una terapia che è stata sviluppata negli ultimi dieci anni, è autogena e non ricorre a farmaci, quindi capita che i medici non abbiano interessi a consigliarla.
Può raccontarci la relazione fra udito e apparato cardiovascolare, gastrointestinale, respiratorio, sistema endocrino e sistema nervoso centrale?
Uno stato di stress afferisce l’area limbica e ne conseguono numerosi fenomeni fisiologici, che non hanno un riscontro clinico. Ovvero gli esami non rilevano nulla, ma lo stress acustico disequilibra tutto l’organismo. Si ricade sempre nel gioco delle memorie. Gli esseri viventi sono macchine elettromagnetiche: tutto quello che percepiamo genera un impulso elettrico che arriva all’area limbica, viene analizzato e filtrato, decodificato e poi viene trasmesso alla corteccia celebrale per la percezione mnemonica. Tutto ciò che vediamo non sempre è reale, ma è ciò che viene generato dal controllo delle memorie. Se una persona perde un braccio in un incidente, la sua memoria continuerà a fargli sentire la presenza del braccio.
Ah, chiaro, le fantosmie acustiche… Ho letto sul libro Musicofilia di Oliver Sacks che persone completamente audiolese possono andare incontro ad allucinazioni uditive per compensare il silenzio totale.
Anche l’assenza di rumore fa paura perché dobbiamo percepire l’ambiente che ci circonda per motivi di sicurezza. L’uomo registra tutto quello che avviene nella vita e noi consciamente non abbiamo la capacità di rivivere certi eventi se non tramite ipnosi, o tramite altre tecniche che fanno rivivere stress profondi ai soggetti. A distanza di moltissimi anni, in situazioni di stress e pericolo, possono riemergere dimenticate esperienze stressogene. Ci sono disturbi idiopatici, es. acufeni, che non hanno causa clinica e i medici dicono non ci siano rimedi e invece è falso, perché il cervello umano è plastico e ha una capacità incredibile di rigenerarsi. Una volta si diceva che i neuroni non si rinnovano, questa teoria è smentita. Addirittura ci sono soggetti che hanno avuto l’asportazione di mezzo cervello e dopo un certo tempo riprendono a parlare, correre etc.. L’emisfero rimasto acquisisce le informazioni dell’emisfero asportato. L’apparato uditivo funziona anche in coma, cioè c’è un’attività celebrale anche durante il coma.
Ci sono dispositivi alternativi agli impianti cocleari? Sempre in Musicofilia leggevo che poi la percezione acustica non solo diventa meccanica ma molto ridotta per sfumature, altezze, colori di voce e suoni…
Certo, quella è una tecnica estrema se il soggetto ha ancora il nervo acustico funzionante. Le cellule ciliate sono circa 20.000, mentre il cavo elettrico dell’impianto cocleare ha approssimativamente 8-10 impulsi, quindi la percezione dei suoni è innaturale. È una tecnica estrema che gli otorini applicano, ma può creare gravi problemi ai pazienti perché è molto invasiva.
Nelle audiometrie si registrano due dati: basse-medie frequenze e alte frequenze. Se c’è un danno alle prime, spesso dovuto ad otosclerosi (saldatura della staffa, ossicino dell’orecchio medio, all’osso mastoideo), con un intervento di microchirurgia si sostituisce la staffa con una barretta artificiale. Se c’è un danno alle alte frequenza, queste non sono sanabili. La ricerca sta andando avanti, ma attualmente non c’è una tecnica efficace e risolutiva: c’è un amplificatore dei suoni, per compensare la perdita. L’amplificazione massima deve essere per altro impostata gradualmente per permettere al nostro cervello di adattarsi progressivamente. Non dimentichiamoci che la presbiacusia, il declino dell’udito coll’avanzare degli anni, è anche causata dai farmaci – antibiotici, antiinfiammatori, antimalarici, antimicotici – che per la maggior parte sono ototossici.
Ci sono soggetti che vivono nelle foreste che non conoscono la sordità perché usano solo farmaci naturali, non sono a contatto col rumore urbano e si alimentano di cibi non inquinati. L’alimentazione è fondamentale perché modifica il sistema immunitario ed i probiotici dell’intestino, responsabili del buon funzionamento di tutto l’organismo.
In un futuro prossimo verranno predisposti dispositivi di impianto cerebrali per trasmettere direttamente le informazioni acustiche direttamente alla corteccia celebrale?
La ricerca bio-cibernetica sta lavorando per trasmettere informazioni bio-elettriche al cervello senza passare per gli organi uditivi. Al momento è una condizione ancora lontana e varrebbe per tutti i sensi; certo olfatto e udito sono i sensi più legati alla sopravvivenza che funzionano anche in coma, quindi potenzialmente sono i primi in cui la ricerca potrebbe avere successo.
L’intervista al Prof. Mario Mattia è parte di «Il Corpo eterno. I sensi umani come laboratorio del potere, fra crisi ecologica e trans umanesimo» di Elena Giulia Abbiatici. Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Articoli precedenti:
E.G. Abbiatici, La componente politica del rumore nelle pratiche artistiche dell’ultimo secolo: Pt. I ( 14.10.2021) e Pt. II, (14.10.2021)
E.G. Abbiatici, L’olfatto come senso trascendente. Il ruolo del naso nella società del corpo eterno, Arshake, 02.08.2021
E.G.Abbiatici, Per una bio-politica degli odori. Pt II, 22.07.2021
E.G.Abbiatici, Per una bio-politica degli odori. Pt I, 20.07.2021
E.G. Abbiatici, Nasi (artificiali) eccellenti, Arshake, 04.05.2021
E.G. Abbiatici, Sotto al naso, Arshake, 03.03.3021
Partner di progetto: Arshake, FIM, Filosofia in Movimento-Roma, Walkin studios-Bangalore, Re: Humanism, Unità di ricerca Tecnoculture – Università Orientale di Napoli, GAD Giudecca Art District-Venezia, Arebyte (Londra), Sciami (Roma).Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione 2020), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
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