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Home News Focus

L’unità di luogo è (ormai) impossibile.

Pasquale Polidori by Pasquale Polidori
19/04/2018
in Focus
L’unità di luogo è (ormai) impossibile.

Questa è la terza di otto tappe del viaggio di Pasquale Polidori a Kassel in occasione di Documenta 14, manifestazione quinquennale tra le più importanti al mondo. Potete visitare qui la sua prima tappa, Documenta 14. Luogo e Topos. Pt.I (Arshake, 19 luglio, 2017) e la sua seconda tappa con Documenta 14. Luogo e Topos Pt. II (Arshake, 20 luglio, 2017).

…Lo ‘aver luogo’ degli eventi come un ‘aver senso’, e cioè la corrispondenza tra situazione e significazione, è il nodo critico (e curatoriale) su cui si fonda documenta14, e intorno al quale occorre una prima riflessione su ciò che questo evento in particolare ci dice.

Già fin dal principio inscritta nell’origine di documenta, la ragione del luogo, il ‘qui, a Kassel’, coincideva con il senso dell’evento (la mostra), e ne segnerà il destino in ognuna delle edizioni future (compresa quella attuale), a partire dal 1955, quando Arnold Bode, artista e uomo politico, qui organizzò la prima mostra di arte contemporanea in Germania dopo il 1937 (l’anno di Arte Degenerata a Monaco). Kassel, bombardata e rasa al suolo nel 1943 per via della presenza nella zona di fabbriche di armamenti, e dopo la guerra ricostruita secondo i canoni di un’architettura austera e pragmatica, era fra le città tedesche quella più spinta verso il confine tra Est e Ovest. Kassel perciò era il ‘qui’ ideale perché la storia si mettesse a disposizione dell’arte: corpo che affida all’arte le ferite da curare e, nello stesso tempo, materia che si offre all’arte come suo oggetto per eccellenza, affinché l’arte non si distragga dalla sua vocazione politica. Il rapporto perciò tra ‘luogo della storia’ e ‘luogo (del senso) dell’arte’ sta alla base di documenta. Quale storia? Una storia che è sempre viva sotto i piedi del presente; non conclusa, continuamente e paradossalmente (ri)aperta; una storia che, in quanto sempre aperta, non può smettere di contrattare le sue morali con il presente politico e sociale; e fin dall’inizio l’arte è, per documenta, il luogo dove questa contrattazione si compie, nelle forme che le sono proprie, quelle del linguaggio e della poesia.

Anzi, è l’arte il solo luogo dove la storia si (ri)apre e dove il presente è messo in crisi: una crepa fatta apposta sotto i piedi del presente; la linea/persorso/frattura che compare sulla home page del sito di documenta14; o il pavimento rotto del Padiglione Tedesco del 1993, l’opera di Hans Haacke qui non a caso richiamata in catalogo.

Così, in questa come in tutte le edizioni precedenti, la storia politica si fa argomento, tema e topos di gran parte delle opere esposte: luogo dell’arte e di una ricerca di significati e nuove letture.

E il primo topos è la città stessa di Kassel, seminale oggetto storico-politico e localizzazione geografica dell’equivalenza tra senso dell’arte e senso della storia. Già 5 anni fa, Carolyn Christov-Bakargiev aveva traslato l’asse di questa equivalenza in direzione della città di Kabul, scelta quale oggetto cruciale di una più recente geo-politica, invitando un gruppo di artisti a trasportarvi e mettervi in atto, i motivi originari di documenta.

Ma il curatore di documenta14, Adam Szymczyk, si spinge oltre, individuando in Atene un vero e proprio alter locus per la città di Kassel. Sicché documenta14 si presenta come ‘una mostra in due atti’ (‘one exhibition in two acts’), secondo una terminologia teatrale che mai come nel caso di Atene risulta opportuna, dovendo noi parlare di politica, di società, di storia e di arte. I motivi della scelta di Atene sono molteplici e radicati nel significato particolare che la città riveste non solo nell’attualità politica, ma soprattutto nella storia culturale dell’Occidente. Scegliere Atene come altro luogo di Kassel significa dire che oggi, solo tornando alla radice profonda dei modi e dei significati della storia occidentale, a cui Kassel appartiene, è possibile rivitalizzare l’intersezione tra ‘luogo dell’arte’ e ‘luogo della storia’, evitando che la tematizzazione del corpus storico-politico diventi un esercizio fine a se stesso, un manierismo contemporaneo. È l’origine stessa di documenta, il luogo-Kassel, che deve aprirsi a un’altra origine, di un’antichità radicale e filosofica, e di un presente assai significativo, dove finiscono le parabole della presente Europa.

… to be continued…


Pasquale Polidori è artista e filosofo multimediale e multidisciplinare, sperimentatore di ogni mezzo (tecnologico e non) che possa estendere la sua pratica estetica che ragiona con particolare forza attorno al linguaggio. Polidori intraprende la narrazione di un viaggio che dalla visita della manifestazione prosegue in una sfera più intimistica, dove ragionare su tematiche universali che ruotano attorno all’arte tutta, al suo modo di occupare gli spazi, di raggiungere il pubblico attraverso il canale istituzionale (o di o di esserne tenuta a distanza).
Post precedenti:
Documenta 14. Luogo e Topos. Pt.I (Arshake, 19 luglio, 2017)
 Documenta 14. Luogo e Topos Pt. II (Arshake, 20 luglio, 2017)

Documenta 14, a cura di Adam Szymczyk con un team di circa 18 curatori
10.06-1709.2017, Kassel, Germania (e Atene, fino al 16 luglio)

immagini: (cover 1) Documenta 2, 1959 (fonte: documenta.de) (2) Daniel Knorr, Expiration Movement Fridericianum (© VG-Bildkunst Bonn 2017 © Bernd Borchard, fonte: documenta14.de) (3) Annie Sprinkle and Beth Stephens, Free Sidewalk Sex Clinic, 2017 (Museo Fredericianum, 22/06/2017)

Tags: arsarshakeDocumenta 14exhibitionPasquale Polidori
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