Lo ZKM è un’istituzione tedesca storica, ormai conosciuta nel mondo come museo del futuro, particolarmente attento alla sperimentazione con le nuove tecnologie, particolarmente propenso ad un approccio sperimentale e interdisciplinare.
Questa volta, la mostra che apre in questi giorni negli avveniristici spazi di Karlsruhe, «Mapping Spaces», a cura del Prof. Dr. Ulrike Gehring, tratta il tema del paesaggio contemporaneo, con una lettura sul genere del paesaggio del tutto rivoluzionaria. Per comprenderla bisogna tornare indietro nel tempo più precisamente nel XVII secolo, età d’oro di grandi pittori e anche di grandi scoperte della tecnica. Il genere del paesaggio ricollega qui la sua genesi alla scienza, ai progressi della manifattura, all’ingegneria bellica, individuati come i veri elementi di collegamento tra la mappa e l’immagine.
Più di duecento lavori, tra strumenti di misurazione, globi, libri, mappe e dipinti provenienti dai musei più importanti del mondo, come Rijskmuseum (Amsterdam) Prado (Madrid) e il Louvre (Parigi), ricostruiscono l’influenza sui paesaggisti delle prime guide geografiche e delle scienze per la costruzione di fortificazioni. Soprattutto si rivelano in un’attitudine interdisciplinare che già all’epoca era molto salda nello scambio tra matematici, specialisti della geodetica, fabbricatori di strumenti e, appunto, pittori. In tutto questo, si ritrovano i veri antecedenti dei nuovi sistemi di mappatura del paesaggio con l’impiego delle sofisticate tecnologie odierne.
A monte del progetto, e sviluppato dall’Università di Trier, è il dipinto in grande scala di di Pieter Snayer che ritrae scene di battaglia dove mappe e pitture di paesaggi si sovrappongono per documentare le scoperte recenti dell’epoca in ingegneria, balistica e nella costruzione delle fortificazioni. «Gli artisti – si legge nel comunicato della mostra – hanno disegnato sistemi moderni di catalogazione molto prima che le nuove tecnologie ci permettessero di ottenere immagini dello spazio / Artists had designed modern surveying systems long before new media drew on images from outer space.» Ancora una volta è un museo del futuro a mostrarci quanto importante sia comprendere la continuità con il passato quando la modernità era semplicemente translata su altri parametri altrettanto avanguardistici rispetto ai tempi. «Hence – sostiene Peter Weibel, direttore dello ZKM – the relationship between science, technology, and art – the signature of ZKM – has been in existence for centuries. The 17th century art of painting is similiarly indebted to contemporary media technology».