arebyte gallery presenta la prima performance solista dell’artista sudafricana Nelmarie du Preez intitolata AUTONOMOUS TIMES (2015). L’opera immagina un futuro dove gli esseri umani potrebbero avere la necessità di «domare» le loro creazioni artificiali, autonome ma potenzialmente «pericolose». Ispirata alle culture DIY e al panorama del mondo del lavoro, in costante evoluzione, la nuova opera di du Preez si compone di un video e un’installazione che comprende esercizi di fiducia o di «addomesticamento» eseguiti dall’artista stessa e dai suoi indomiti robot su un’insidiosa catena di montaggio.
La mostra è il risultato della sua permanenza presso la galleria nella scorsa estate, durante la quale ha trascorso del tempo in «laboratorio», ad immaginare e costruire la sua nuova opera d’arte, intesa come un seguito del precedente lavoro intitolato «Loops of Relation» (2013). In quest’ultima opera, du Preez creava un «collettivo» basato sulla performance tra lei e il suo robot.
Durante il suo soggiorno, Du Preez ha moltiplicato – o esteso – il suo partner di performance, che ha assunto le sembianze di una serie di selvagge braccia meccaniche da addomesticare, installate su una catena di montaggio. L’artista ha nuovamente progettato, costruito e programmato i suoi nuovi robot con l’intento di stabilire un rapporto di fiducia tra l’essere umano e la macchina. Insieme, entrambi hanno intrapreso un viaggio che li ha portati, in una fase iniziale, ad esplorare il film Tempi Moderni (1936) di Charlie Chaplin. Più precisamente, ci si è soffermati sulla scena che presenta la macchina da nutrizione Billows, un’invenzione automatizzata avente il compito di servire il pranzo a Chaplin stesso – con risultati alquanto discutibili. Questo tentativo e l’evidente fallimento della macchina, che culmina in una caotica esplosione, hanno fornito l’ispirazione principale per il video e l’installazione presentati alla mostra. Nell’era dell’avvento delle macchine autonome e dei robot consapevoli, du Preez intende esplorare la nostra fiducia altalenante nella tecnologia, ma anche in noi stessi e nei confronti degli altri.
[vimeo id=”73891400″ width=”620″ height=”360″]
Dopo essersi immersa nel mondo della cultura dei maker DIY online, du Preez ha re-immaginato i suoi partner di performance robotici. Ha realizzato e modificato preesistenti progetti «sicuri» di braccia robotiche reperiti i siti di sviluppatori open source come thingiverse.com e Github. Per la programmazione dei robot ha frequentato forum online, conversando con esperti e/o appassionati; un’esperienza che le ha permesso di osservare da vicino il lavoro collaborativo, basato sulla fiducia, che viene svolto online.
Du Preez si spinge oltre nella sua indagine sulla politica della fiducia e sull’innovazione traendo ispirazione estetica anche dal film di George Miller, Mad Max: Fury Road (2015), un’opera che si avvicina alla cultura DIY dandole però una pericolosa svolta. Il film, ambientato in un immaginario futuro apocalittico, si distingue per la presenza di un incredibile mix di effetti speciali e vere acrobazie. L’artista esplora questa contraddizione cinematografica (dove finzione e realtà si intrecciano), chiedendosi perché amiamo sospendere/mettere alla prova il nostro scetticismo e analizzando come questa pratica possa influenzare la modalità in cui immaginiamo e innoviamo il nostro futuro.
Il video finale del lavoro rivela i rallentamenti e i confini esistenti tra la tecnologia e l’interazione o l’intervento umano – dove l’avvicendamento di potere è costante. Sostanzialmente, du Preez utilizza quello che può in un certo senso essere definito come un rapporto «schizofrenico» con i suoi indisciplinati robot DIY per testare la suspense tra fiducia/violenza, pericolo/confidenza, finzione/realtà e, infine, tra noi stessi e gli altri.
La mostra comprende un’opera d’arte video, un’installazione di braccia robotiche «coscienti» e una performance live in forma privata, su invito. Inoltre, du Preez presenterà il materiale «dietro le quinte» della sua catena/procedimento di montaggio. (dal comunicato stampa)
AUTONOMOUS TIMES, Arebyte Gallery, Londra, 2 ottobre – 7 novembre (opening 1 ottobre, 2015). L’evento è organizzato come parte della Stagione Sudafricana nel Regno Unito. Le Stagioni SA-UK (Sudafrica-Regno Unito) 2014 & 2015 sono il risultato di una partnership attivata tra il Dipartimento di Arte e Cultura, il Sud Africa e il British Council. L’evento è anche supportato dall’Arts Council England e dalla Foundation for Future London. La mostra è parte dell’Art Licks weekend
Nelmarie du Preez (nata nel 1985) è un’artista sudafricana che si divide tra Pretoria e Londra. I suoi progetti si incentrano sulla performance, la fotografia, le arti visuali e computazionali. Recentemente ha ottenuto il Master of Fine Arts alla Goldsmiths, Università di Londra, dove nel 2013 ha anche conseguito il Master of Arts in Arte Computazionale. Le sue opere, di respiro internazionale, sono state esposte a Londra, New York, Buenos Aires, Berlino e nelle principali città del Sud Africa. Lo scorso anno è stata selezionata per 6 riconoscimenti artistici di rilevanza internazionale. Nel 2015 si è aggiudicata il Sasol New Signatures e l’Ampersand Foundation Fellow. Du Preez è attualmente docente di Arti visive e Nuovi Media presso l’Università del Sud Africa.